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Il cotto

ci sono giorni in cui la città
sembra esistere solo per te
gli scuri restano chiusi
le venature del cotto
si fanno più scure e tu scruti
quei segni come una direzione
cerchi i suoi misteri
sbirci da un portone socchiuso
lì la città che non ride
mostra un lato ignoto
l’ortogiardino sorridente

nascosto dietro i muri
sullo sfondo grigio delle ombre
ma non bisogna fermarsi troppo
svanirebbe la fame del cotto

Estate, ore 14

giornata perfetta
il vuoto e l’assenza
ciottoli e pietre
colori distanti
la luce allo zenit
abbatte le ombre
il muro davanti
ammette deserti

Via degli Angeli

 

un velo da sposa artigliato ai tetti

si gonfia oltre le mura

è leggero poco più di un tulle

insacra il filare di pioppi gemelli

lungo le strade si cuoce il silenzio

di metafisiche geometrie

Via san Romano

 

stretta e umida coi portici scuri

san Romano s’inventa le atmosfere

dell’inverno e della notte

 

in un giorno di mercato

la gente fuoriesce

un corteo di chiacchiere

e sporte cresce

insieme pedoni e biciclette

si scambiano molestie

 

qui le ore sono un bel battibecco

ritorno di emozioni quasi lunari

quando lasci la via vuota

e prendi il ghetto

dove tra gl’incubi dormono i ciottoli

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