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*

Sollevo gli occhi dal libro

il treno è il tempo di chi viaggia solo

una ragazza seduta di fronte

un libro tra le mani

gli occhi di là dal finestrino

 

forse vediamo le stesse cose

non so in che modo ognuno le fa sue

tutto viene e va

tutto si accende e si spegne

 

e torna il solito tarlo:

in quale direzione del treno

sono seduto

 

siamo due specchi io e la giovane

uno riflette l’altro assorbe,

di là dal finestrino i miei occhi

sono facile preda di un dèmone,

ad occhi chiusi la ragazza

apre le braccia alla speranza

è il treno il suo angelo custode

*

Peccare sulla via

ed essere guidato

nel sogno, questa sì

mi pare poesia

Sotto Recto.png

*

Che strane le mie librerie

ora scrupolose, attente

ora distratte, dispettose

con i loro occhi a volte spalancati

protetti a volte da un vetro

a volte chiusi da un legno

e sentono i miei passi

segnano le mie ore

ridono della mia impazienza

cambiano gli scaffali

mi nascondono un libro

poi mi blandiscono

con il profumo della carta e del legno

si aprono come uno scrigno

vi trovo schede dimenticate

rimandi ad altri fogli

a una vecchia catalogazione

a uno scaffale rinominato

... e continuano a prendersi gioco

della mia ingenua presunzione

*

Si vive il tempo del citazionismo

dono e magia che scioglie parole

di Rilke Lorca e dello Zibaldone

in una rete di nuvole e stelle

tutto si dà come letto e acquisito

anche di lingue bevute a bizzeffe

vale la pena tacere del resto

la millantata lettura si sa

non è reato in questo firmamento

dove la lingua perde le parole

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